La questione relativa alla differenza di gamma dinamica (gap minimo-massimo valore di luminosità in una scena) tra il nostro occhio e il sensore della nostra fotocamera, è da sempre stata al centro di accesi dibattiti in merito a strumenti e tecniche di post-produzione disponibili per cercare di affrontare e superare in modo definitivo il problema.
La mia convinzione assoluta, voler affrontare “sul campo” la spinosa questione, ha fatto inevitabilmente ricadere la scelta sull’utilizzo dei filtri neutri digradanti (GND) che ancora oggi, dopo tanti anni, posso considerare come i miei più fedeli compagni di avventure fotografiche.
Il mercato di questo segmento di prodotti ha subito nel tempo un profondo mutamento. La domanda di filtri ed accessori è cresciuta in modo esponenziale e le aziende produttrici si sono adeguate di conseguenza, a vantaggio degli utenti che oggi possono contare su un panorama più vasto di scelte, con la conseguente necessità di dover valutare bene l’acquisto in funzione delle proprie necessità e del prodotto di riferimento.
I marchi Lee e Singh-Ray sono sempre stati un punto di riferimento per tutti fotografi professionisti in questo settore ed hanno per molto tempo monopolizzato il mercato. Oggi lo scenario è cambiato, ed anche altre grandi aziende hanno rivolto la loro attenzione in modo serio e professionale a questo segmento di prodotti.
Tra queste una delle più innovative è sicuramente la Nisi Filters, che ha introdotto un salto generazionale sia sul fronte dei materiali utilizzati per la produzione di filtri, sia su quello legato alla fornitura di accessori.
Nisi Filters ha interpretato al meglio l’esigenza dei fotografi di avere a disposizione strumenti, come holder e filtri, in linea con la qualità espressa dal parco lenti e corpi macchina presenti nei loro corredi di livello professionale.
I filtri ND e GND presenti sul mercato in larga scala sono prodotti in resina, materiale più economico del vetro ma dal comportamento ottico con alcuni svantaggi come la densità ottica non sempre uniforme (perdita di nitidezza diffusa), vignettatura e nessun rivestimento protettivo (ad esempio nano-coating o IR), con una elevata possibilità di graffi o abrasioni con l’utilizzo nel tempo.
L’utilizzo di vetro ottico H-K9L Schott nei filtri Nisi, un vetro di elevata purezza che raggiunge gli standard delle lenti ottiche, incolore e con specifici requisiti di proprietà di rifrazione, dispersione cromatica, trasmissione e assorbimento della luce, si è rivelata una scelta vincente ed ha prodotto in pratica una nuova generazione di filtri.
La molatura ottica e la lucidatura su entrambi i lati garantiscono l’alta definizione del vetro ed evitano problematiche legate al parallelismo, influenzato in materiali come resina o vetro laminato che tendono a deformarsi alle alte o basse temperatura, con conseguente perdita di nitidezza diffusa nello scatto.
Il trattamento IR facilita il passaggio della luce attraverso il filtro in maniera uniforme, aumentando la capacità di assorbimento della luce pura senza alterazioni, con una dominante di colore molto bassa.
Inoltre il rivestimento multistrato su entrambi i lati garantisce l’assenza di corrosione dovuta ad agenti atmosferici nel tempo, così come il rivestimento impermeabile rende più facile la pulizia del filtro e la protezione da eventuali graffi.
Il cielo patagonico è qualcosa di incredibile. Ogni giorno è praticamente un insieme di stagioni. Si può passare da situazioni di gran luce a scenari di pioggia o nebbia in pochissimo tempo. Un filtro soft è uno strumento determinate in queste situazioni nelle quali la natura regala set fotografici ricchi di grandi dettagli, forme irregolari e conseguenti grandi differenze in termini di contrasti tra primo piano e cielo.
Qualità davvero straordinaria che ha reso possibile realizzare scatti on camera perfettamente bilanciati preservando inalterati tutti di dettagli di primo piano e sfondo senza alcuna alterazione in termini di colore e luminosità.
Ottimo anche il lavoro del filtro utilizzato in coppia con altre densità. Perfetto il binomio con uno stop hard (uno dei miei duetti preferiti in assoluto) che ha reso possibile amplificare in fase di scatto situazioni di cieli “drammatici” con un effetto complessivo naturale ed accattivante al tempo stesso.
In situazioni di vento forte e pioggia, pulire continuamente i filtri è un’operazione a cui ormai sono abbondantemente abituato, necessaria e di routine per chi usa sempre questi strumenti sul campo. Sono rimasto particolarmente sorpreso dalla capacità di filtri e polarizzatore Nisi di essere puliti in modo veloce anche con un semplice movimento rapido a scrollare via acqua e pulviscolo, a testimonianza del valore aggiunto del trattamento multistrato impermeabile presente nei prodotti Nisi.
PRO: nitidezza eccezionale, assenza di dominanti cromatiche, pulizia facile e perfetta con un semplice gesto
CONTRO: fragilità del vetro
Mi riferisco in particolare modo a fattori come:
Dominante: fastidiosa e spesso difficile da rimuovere correttamente in fase di post di una lunga esposizione
Vignettatura: un problema che ha sempre afflitto l’utilizzo di questo genere di filtri
Densità: un grado spesso impreciso in termini di stop che genera fotografie sottoesposte malgrado un calcolo corretto del tempo di esposizione
Infiltrazioni di luce: effetto ghost prodotto sul file finale a seguito di infiltrazione di luce durante la lunga esposizione
Il filtro ND1000 da 10 stop della Nisi è “l’evoluzione della specie” in questo segmento di prodotti. Dopo un test approfondito e tanta esperienza in questo contesto, non posso non riconoscere un lavoro straordinario della Nisi Filters nella produzione di questo autentico gioiello. Neutralità ai massimi livelli. Mai vista una qualità d’immagine così “neutra” in una long exposure.
La riduzione di luce in termini di stop è risultata perfettamente in linea con quanto dichiarato e mi ha permesso di calcolare i tempi di esposizione che hanno prodotto un risultato in linea con quanto atteso in termini di istogramma. Prodotti concorrenti e affermati come il Big Stopper Lee soffrono oggi a confronto di grossi problemi di dominante (blu intenso nel caso del Lee) ed un effetto vignettatura piuttosto evidente (correggibile a fatica in post). Mi riferisco in particolare all’ultima generazione di filtri Lee (quella a seguito del cambio di pigmento per intenderci) che ha subito un calo di qualità notevole rispetto a quello di “prima generazione” con la quale ho avuto modo di lavorare per molti anni e che non ha mai prodotto risultati negativi così evidenti sul file finale.
Diverso il discorso per un Big Stopper Haida che a confronto con il Nisi offre comunque un’ottima qualità di immagine con una leggera dominante calda ed una vignettatura accettabile, entrambe facilmente correggibili in post produzione. Resta per il Nisi, come naturale che sia, la necessità di un utilizzo sul primo slot dell’holder per evitare in certe condizioni d’uso, fastidiosi effetti ghost sul file finale a seguito di infiltrazioni di luce.
PRO: nitidezza eccezionale, assenza di dominanti cromatiche e vignettatura, densità corretta
CONTRO: nessuno (tutti i filtri di questo genere sono realizzati in vetro)
La mia convinzione assoluta, voler affrontare “sul campo” la spinosa questione, ha fatto inevitabilmente ricadere la scelta sull’utilizzo dei filtri neutri digradanti (GND) che ancora oggi, dopo tanti anni, posso considerare come i miei più fedeli compagni di avventure fotografiche.
Il mercato di questo segmento di prodotti ha subito nel tempo un profondo mutamento. La domanda di filtri ed accessori è cresciuta in modo esponenziale e le aziende produttrici si sono adeguate di conseguenza, a vantaggio degli utenti che oggi possono contare su un panorama più vasto di scelte, con la conseguente necessità di dover valutare bene l’acquisto in funzione delle proprie necessità e del prodotto di riferimento.
I marchi Lee e Singh-Ray sono sempre stati un punto di riferimento per tutti fotografi professionisti in questo settore ed hanno per molto tempo monopolizzato il mercato. Oggi lo scenario è cambiato, ed anche altre grandi aziende hanno rivolto la loro attenzione in modo serio e professionale a questo segmento di prodotti.
Tra queste una delle più innovative è sicuramente la Nisi Filters, che ha introdotto un salto generazionale sia sul fronte dei materiali utilizzati per la produzione di filtri, sia su quello legato alla fornitura di accessori.
Nisi Filters ha interpretato al meglio l’esigenza dei fotografi di avere a disposizione strumenti, come holder e filtri, in linea con la qualità espressa dal parco lenti e corpi macchina presenti nei loro corredi di livello professionale.
I filtri ND e GND presenti sul mercato in larga scala sono prodotti in resina, materiale più economico del vetro ma dal comportamento ottico con alcuni svantaggi come la densità ottica non sempre uniforme (perdita di nitidezza diffusa), vignettatura e nessun rivestimento protettivo (ad esempio nano-coating o IR), con una elevata possibilità di graffi o abrasioni con l’utilizzo nel tempo.
L’utilizzo di vetro ottico H-K9L Schott nei filtri Nisi, un vetro di elevata purezza che raggiunge gli standard delle lenti ottiche, incolore e con specifici requisiti di proprietà di rifrazione, dispersione cromatica, trasmissione e assorbimento della luce, si è rivelata una scelta vincente ed ha prodotto in pratica una nuova generazione di filtri.
La molatura ottica e la lucidatura su entrambi i lati garantiscono l’alta definizione del vetro ed evitano problematiche legate al parallelismo, influenzato in materiali come resina o vetro laminato che tendono a deformarsi alle alte o basse temperatura, con conseguente perdita di nitidezza diffusa nello scatto.
Il trattamento IR facilita il passaggio della luce attraverso il filtro in maniera uniforme, aumentando la capacità di assorbimento della luce pura senza alterazioni, con una dominante di colore molto bassa.
Inoltre il rivestimento multistrato su entrambi i lati garantisce l’assenza di corrosione dovuta ad agenti atmosferici nel tempo, così come il rivestimento impermeabile rende più facile la pulizia del filtro e la protezione da eventuali graffi.
NISI FILTRO GRADUATO 4 STOP (1.2) SOFT
Durante il mio ultimo viaggio in Patagonia, ho potuto testare le qualità dei filtri in vetro ottico Nisi in condizioni meteo di ogni genere. In particolare ho trovato strepitoso il 4 stop soft (GND 1.2) che mi ha aiutato moltissimo in situazioni di forti contrasti luci/ombre in un contesto ricco di irregolarità nel confine di transizione, visto lo scenario ricco di rilievi montuosi piuttosto imponenti.Il cielo patagonico è qualcosa di incredibile. Ogni giorno è praticamente un insieme di stagioni. Si può passare da situazioni di gran luce a scenari di pioggia o nebbia in pochissimo tempo. Un filtro soft è uno strumento determinate in queste situazioni nelle quali la natura regala set fotografici ricchi di grandi dettagli, forme irregolari e conseguenti grandi differenze in termini di contrasti tra primo piano e cielo.
Qualità davvero straordinaria che ha reso possibile realizzare scatti on camera perfettamente bilanciati preservando inalterati tutti di dettagli di primo piano e sfondo senza alcuna alterazione in termini di colore e luminosità.
Ottimo anche il lavoro del filtro utilizzato in coppia con altre densità. Perfetto il binomio con uno stop hard (uno dei miei duetti preferiti in assoluto) che ha reso possibile amplificare in fase di scatto situazioni di cieli “drammatici” con un effetto complessivo naturale ed accattivante al tempo stesso.
In situazioni di vento forte e pioggia, pulire continuamente i filtri è un’operazione a cui ormai sono abbondantemente abituato, necessaria e di routine per chi usa sempre questi strumenti sul campo. Sono rimasto particolarmente sorpreso dalla capacità di filtri e polarizzatore Nisi di essere puliti in modo veloce anche con un semplice movimento rapido a scrollare via acqua e pulviscolo, a testimonianza del valore aggiunto del trattamento multistrato impermeabile presente nei prodotti Nisi.
PRO: nitidezza eccezionale, assenza di dominanti cromatiche, pulizia facile e perfetta con un semplice gesto
CONTRO: fragilità del vetro
NISI FILTRO ND 1000 (3.0) 10 STOP
Le lunghe esposizioni hanno sempre monopolizzato la mia attenzione ed influenzato il mio modo di fotografare sin dall’inizio della mia passione fotografica. Le possibilità creative offerte da un filtro del genere mi hanno sempre ispirato e mi hanno spinto a ricercare continuamente nuovi materiali in grado di superare alcuni problemi che ho sempre riscontrato nell’utilizzo di prodotti del genere.Mi riferisco in particolare modo a fattori come:
Dominante: fastidiosa e spesso difficile da rimuovere correttamente in fase di post di una lunga esposizione
Vignettatura: un problema che ha sempre afflitto l’utilizzo di questo genere di filtri
Densità: un grado spesso impreciso in termini di stop che genera fotografie sottoesposte malgrado un calcolo corretto del tempo di esposizione
Infiltrazioni di luce: effetto ghost prodotto sul file finale a seguito di infiltrazione di luce durante la lunga esposizione
Il filtro ND1000 da 10 stop della Nisi è “l’evoluzione della specie” in questo segmento di prodotti. Dopo un test approfondito e tanta esperienza in questo contesto, non posso non riconoscere un lavoro straordinario della Nisi Filters nella produzione di questo autentico gioiello. Neutralità ai massimi livelli. Mai vista una qualità d’immagine così “neutra” in una long exposure.
La riduzione di luce in termini di stop è risultata perfettamente in linea con quanto dichiarato e mi ha permesso di calcolare i tempi di esposizione che hanno prodotto un risultato in linea con quanto atteso in termini di istogramma. Prodotti concorrenti e affermati come il Big Stopper Lee soffrono oggi a confronto di grossi problemi di dominante (blu intenso nel caso del Lee) ed un effetto vignettatura piuttosto evidente (correggibile a fatica in post). Mi riferisco in particolare all’ultima generazione di filtri Lee (quella a seguito del cambio di pigmento per intenderci) che ha subito un calo di qualità notevole rispetto a quello di “prima generazione” con la quale ho avuto modo di lavorare per molti anni e che non ha mai prodotto risultati negativi così evidenti sul file finale.
Diverso il discorso per un Big Stopper Haida che a confronto con il Nisi offre comunque un’ottima qualità di immagine con una leggera dominante calda ed una vignettatura accettabile, entrambe facilmente correggibili in post produzione. Resta per il Nisi, come naturale che sia, la necessità di un utilizzo sul primo slot dell’holder per evitare in certe condizioni d’uso, fastidiosi effetti ghost sul file finale a seguito di infiltrazioni di luce.
PRO: nitidezza eccezionale, assenza di dominanti cromatiche e vignettatura, densità corretta
CONTRO: nessuno (tutti i filtri di questo genere sono realizzati in vetro)
Renato Buodo
11 settembre 2017 13:01
Ciao Mauro, complimenti per i tuoi lavori! Le tue foto mi piacciono molto, sono poesia. Anch'io sono fotografo di paesaggio da un po' di anni, hai notato differenze tra i filtri della Lee e i Nisi? Se si, puoi spiegarmi? Grazie e buona continuazione. Renato